Comando provinciale VVF di Lecco

Committente: Il Ministero dell’Interno

Luogo: Lecco, LC

Anno: 2019

RTP. S.b.arch Bargone Architetti Associati, DFG Architetti,

Collaboratori:
Architetto Federico Biancu
Architetto Lorenzo Giacomini

Abbiamo immaginato un’Architettura performante ed efficiente, un’Architettura che nasce da una cultura contemporanea ma che resta indissolubilmente legata al Paesaggio che la circonda. Questa è la nostra idea per la nuova sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecco, un’infrastruttura territoriale proiettata nel futuro, un landmark, un simbolo, un punto di riferimento per il territorio dell’intera Provincia.


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Il progetto per la realizzazione della nuova sede centrale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecco contiene in sé una molteplicità di temi critici ai quali la presente proposta progettuale ha voluto rispondere puntualmente. Il primo, forse non in ordine di importanza ma sicuramente il primo a colpire il progettista, anche sotto un profilo emotivo, riguarda il paesaggio e il contesto dell’area di progetto. Ci si trova immersi in una cornice naturale di impareggiabile bellezza che stupisce e che avvolge l’osservatore; tuttavia ci si rende conto di avere a che fare con un contesto paesaggistico non facile dove l’uomo ha cercato di tessere i suoi tracciati e di costruire i propri edifici adattandosi ad una orografia articolata, forse proprio per questo così spettacolare. La nostra Architettura si ispira ad una osservazione ragionata del paesaggio, i volumi si articolano nello stesso modo in cui il lago ha trovato la sua forma, nello stesso modo in cui l’uomo ha creato le sue strade, nello stesso modo in cui i torrenti hanno raggiunto il lago; l’effetto finale che si è ricercato è quello di una composizione volumetrica articolata ma allo stesso tempo equilibrata, come se l’edificio, plasmato dall’orografia circostante, avesse raggiunto uno stato di quiete e di armonia, cristallizzandosi.Un altro tema riguarda invece la scala architettonica dell’oggetto: abbiamo ritenuto cruciale la ricerca di una forma che riuscisse ad esprimere con la sua presenza, con la sua pelle, con la sua materialità, non solo la sua funzione principale ma anche lo sforzo, la dedizione, il lavoro delle persone che vivono al suo interno. Ecco dunque un edificio dinamico, “scattante”, pronto ad inviare uomini e mezzi dove ce ne sia bisogno. I volumi piegano seguendo delle linee spezzate, si innalzano e terminano con grandi finestrature, come “cannocchiali” o “grandi occhi” sul territorio. L’involucro è rivestito da una rete metallica, abbastanza fitta per mantenere il più possibile puri e leggibili i volumi che si snodano nell’area, ma abbastanza rada da permettere una buona visuale dall’interno attraverso le bucature; queste ultime, più che finestre, sono dei lunghi tagli che sottolineano ancora di più l’andamento delle volumetrie. L’Architettura assomiglia ad una macchina pronta a partire, una centrale operativa in movimento, una struttura solida, veloce, vestita al contempo di un’adeguata sobrietà e rappresentatività per l’istituzione, gli uomini e i valori contenuti al suo interno.

Un altro tema ancora si incentra sulla ricerca di un assetto distributivo-funzionale che possa garantire la massima efficienza e i minimi tempi di risposta in situazioni di emergenza. L’edificio e le sue aree esterne sono organizzate con una configurazione a doppia “C” delle volumetrie, che creano due piazzali a nord e a sud, e una doppia corte centrale, costituita dalla Corte Operativa a nord e dalla Corte Giardino a sud. Questo ci permette di adibire il piazzale sud ad accesso per impiegati, funzionari e visitatori in quanto gli edifici che ruotano intorno alla corte contigua, la Corte Giardino, ospitano le funzioni più rappresentative, come la sala conferenze , le aule formative, la mensa. Il piazzale nord funge invece da ingresso per unità operative e tecnici, in quanto la corte contigua, la Corte Operativa, è la piazza per le esercitazioni, dove svetta il castello di manovra e sulla quale si aprono le rimesse e le officine. Su questa corte si aprono anche gli ingressi ai laboratori nonché ai corpi scala che portano agli alloggi, che godono dell’affaccio sul lago. Laddove le due “C” si sovrappongono, proprio tra le due corti interne, come perno di tutto il complesso trovano posto gli uffici. Si creano quindi diversi ambiti e diversi livelli di accessibilità e di utilizzo, a seconda del ruolo di chi vive la struttura.

Altri temi fondamentali riguardano invece la bioclimatica e la sostenibilità dell’edificio, aspetti che è possibile sviluppare numericamente grazie soprattutto alla semplicità della tecnologia che si pensa di impiegare. L’involucro sarà costituito da muratura opportunamente isolata, impreziosita da una rete metallica che funge da schermatura solare. Non si esclude la possibilità di utilizzare dei sistemi di guadagno passivo integrati alla stessa. In copertura saranno agevolmente installati i pannelli fotovoltaici e solari senza compromettere l’aspetto finale dell’opera. Il sistema edificio-impianto sarà organizzato per settori in base alle esigenze termo igrometriche e ai periodi di utilizzo dei diversi ambienti.

Abbiamo sviluppato un’Architettura estremamente performante ed efficiente, un’Architettura che nasce da una cultura contemporanea ma che resta indissolubilmente legata al Paesaggio che la circonda. Questa è la sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecco, un’infrastruttura territoriale proiettata nel futuro, un landmark, un simbolo, un punto di riferimento per il territorio della provincia di Lecco.

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